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Come e quando

Le chiese protestanti o evangeliche sono sorte nel XVI secolo in seguito alla predicazione di Martin Lutero.

 

Lo studio della Lettera ai Romani scosse profondamente la sua cattolicità non ritrovando nella Chiesa Romana dei suoi tempi (impregnata dal sistema delle indulgenze e dalla scarsa moralità del Papa) le radici della fede così ben descritte dall’apostolo Paolo.

Biblista agostiniano e profondo conoscitore della Bibbia, egli rivendicava la necessità per la chiesa cristiana del tempo di riformarsi seguendo la Scrittura, tornando cioè alla Chiesa apostolica. Egli ed i suoi seguaci si dissero "evangelici" per esprimere questa volontà di ritorno al Vangelo.

 

Furono detti "protestanti" perché rivendicavano davanti all'Imperatore il diritto di predicare liberamente la parola di Dio. La chiesa rappresentata dal Papa, nonostante gli sforzi di Lutero per non creare una scissione e per operare una rivoluzione d’amore in seno alla chiesa stessa, condannò al Concilio di Trento le tesi del movimento protestante e questo dovette così darsi una propria organizzazione.

 

La Germania fu influenzata da Lutero e si organizzò nelle chiese nazionali luterane, in Inghilterra fu il potere regio a dare forma alla nuova chiesa e nacque così la Chiesa d'Inghilterra (anglicana). Nel resto dell'Europa a dare l'impronta al movimento fu Giovani Calvino, professore a Ginevra.

 

Questa formulazione della fede evangelica conduce ad una implicita riserva critica nei confronti di alcune delle dottrine diventate tradizionali nel cattolicesimo romano.

 

Se, infatti, il culto cristiano ha come momento centrale la predicazione dell'Evangelo, la pietà cristiana non potrà accogliere riti e cerimonie e manifestazioni di carattere superstizioso, magico quali si riscontrano di frequente nella religiosità naturale.

 

Se debbono considerarsi fondamentali ed esclusivi per la fede cristiana la persona e l'opera di Gesù Cristo ed il suo sacrificio, ne deriverà il rifiuto di ogni forma di venerazione per Maria ed i santi, se i sacramenti del battesimo e dell'eucarestia (i due soli istituiti da Cristo) sono segni della grazia divina e non mezzi per ottenerla, ne deriva il fatto che la Chiesa non ha sacerdoti cioé persone rivestite di particolare potere ma tutti i credenti hanno eguale responsabilità nella predicazione e nella testimonianza.

5 basi



La comune fede cristiana può essere riassunta in queste cinque affermazioni.

 

1. Tutti i cristiani credono in un solo Dio creatore, fonte di vita e di amore, che si è fatto conoscere anzitutto agli Ebrei; credono in Gesù Cristo, unico Signore e salvatore, che ha manifestato all'umanità l'amore di Dio; credono nello Spirito santo, presenza attiva di Dio nella storia. In altre parole un solo Dio in tre persone, la "Trinità".

2. Tutti i cristiani confessano che Dio ha parlato per mezzo di Mosè e dei profeti e in Gesù Cristo, com'è attestato dalle Sacre scritture dell'Antico e del Nuovo Testamento, cioè dalla Bibbia, che è il testo fondamentale della rivelazione.

 

3. Tutti i cristiani amministrano il battesimo e celebrano la Cena del Signore

 

4. Tutti i cristiani ritengono che il Signore rivolga a uomini e donne un appello personale alla fede, da vivere con fedeltà, coerenza e obbedienza, e che tutti i credenti sono raccolti in un solo popolo, il popolo di Dio, chiamato a servirlo e a farlo conoscere a tutti, cioè la chiesa, la cui realtà, organizzazione e modi di vita essi intendono tuttavia in modi diversi.

 

5. Tutti i cristiani vivono una vita aperta al futuro e attendono la realizzazione della piena redenzione, promessa e iniziata da Dio in Gesù Cristo.

 

La salvezza e la speranza degli uomini é soltanto nell'opera di Cristo: essere cristiani significa perciò avere piena fiducia e vivere in comunione con Lui. Infine siamo salvati, o come dice san Paolo, siamo giustificati solo per fede, significa dire che non abbiamo merito alcuno nella nostra salvezza, ma la possiamo e dobbiamo accogliere come un dono gratuito di Dio.

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EVANGELICI, perchè?

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