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Rifugio BARANT

2373 m

Da Pinerolo, Strada provinciale della Val Pellice fino a Bobbio Pellice, poi indicazioni "Comba Carbonieri" fino al parcheggio vicino al Rifugio Barbara.

Escursione nel cuore dell'Oasi faunistica del Barant; la partenza del nostro itinerario a piedi è il rifugio Barbara, ma le possibilità sono molteplici: tra trekking, sci, ciaspole e bicicletta la Comba dei Carbonieri si può frequentare in tutte le stagioni. Grande varietà di specie e di endemismi presenti in zona. Per citarne alcuni: La Fritillaria per la flora e la Salamandra di Lanzai per la fauna.

 

Dal Parcheggio vicino al Rifugio Barbara (1753 m) si prende la strada che sale verso il Colle. Questa strada, è stata costruita per ragioni militari assieme alle casermette (il Rifugio Barant è una di queste) ed altre strade all'interno dell'Oasi. Durante la salita osservate la maestria con cui la strada è stata costruita, pietra su pietra, da mani esperte che conoscevano un arte ormai dimenticata: Quella di saper integrare le opere umane nella natura incontaminata. Oltre ad essere molto bella, la strada vi condurrà, senza deviazione alcuna e con pochi sforzi in cima al Colle Barant (2373 m) dove sorge l'omonimo Rifugio.Appena superato il Colle, trovate il giardino botanico B. Peyronel (2290 m), se siete in zona dal 1° luglio al 31 Agosto, date un occhiata, è veramente interessante.

Rifugio Monte GRANERO

VAL PELLICE

Loc. Adrech del Laus - 10060 Bobbio Pellice - (TO)

Altitudine m. 2377

Sorge su un rilievo roccioso che domina il Lago Lungo, alla testata della Val Pellice, in prossimità delle sorgenti del fiume Pellice.

 

Dal rif. Willy Jervis si percorre con una mulattiera la conca del Prà fino a giungere ai casolari di Partìa d'Amount. Di qui si attraversa il Pellice (destra) su un ponticello e si segue il sentiero fino a Pian Sineive (2060 m.). Valicato di nuovo il Pellice, il sentiero risale verso sud il fianco di un lungo dosso al termine del quale si arriva in vista del Lago Lungo, a pochi passi dal rifugio (h.2,30).

 

APERTURA Da inizio luglio a metà settembre (bivacco 8 posti sempre aperto) - Posti letto 48 - Coperti 50cucina tradizionale di valle

CONTATTI

T (+39) 0121 91760

Rifugio LAGO VERDE

VAL GERMANASCA 

PRALI mt.  2583

 

E' posizionato sopra la conca del Founzèt, sul bordo del laghetto omonimo e ai piedi del Bric Bucìe vicino all Col d'Abries, il valico che unisce la Val Germanasca al Queyras francese.E' raggiungibile a piedi da Bout du Col ,dove si arriva in auto da Prali , in circa 2 ore e 30 minuti per un sentiero ben evidente.

Il Rifugio "Severino Bessone" al Lago Verde è un punto di appoggio ideale per escursioni di un giorno e luogo di tappa obbligata per trekking di più giorni a cavallo fra la Val Germanasca , la Val Pellice , la Val Argentera e il Queyras francese.

 

E’ inoltre un indispensabile punto di appoggio per gli alpinisti che intendono cimentarsi sulle vie di arrampicata del Bric Bucie.

Parco Naturale Gran Bosco di Salbertrand

VAL DI SUSA

Salbertrand (TO)

Si estende sulla destra della Val di Susa (Alpi Cozie Settentrionali), dai 1000 metri slm ai 2600 dello spartiacque. E' stato istituito nel 1980 principalmente per proteggere la rigogliosa vegetazione ed in particolare le pregiate abetine e gli estesi larici-cembreti. E' occupato per il 70% da boschi, e per il rimanente 30% da pascoli e praterie di alta quota.

 

Si estende sui comuni di Chiomonte, Exilles, Oulx, Salbertrand, Sauze d'Oulx, Pragelato, Usseaux.

 

Moderne località turistiche si alternano a tradizionali borghi montani, dove la natura è ancora autentica ed è tangibile la secolare presenza dell'uomo.

 

per info: T 0122 854720

Ecomuseo della CARBONAIA

VAL LEMINA

Lungo il sentiero che da Talucco conduce al Colle Ciardonet e al rifugio Melano sono state ricostruite le diverse fasi di realizzazione delle carbonaie. Le Alpi nella loro enorme ricchezza culturale conservano ancora tracce di antichi lavori, antichi mestieri oggi praticamente dimenticati, dallo spazzacamino all'ombrellaio o dal vetraio al commerciante di stoffe. Nei pressi dei comuni di Pinerolo, Frossasco e Roletto si è tramandato un altro mestiere molto particolare, che ha conservato una grande importanza economica fino all'inizio del '900: il mestiere del carbonaio. In questi luoghi dove il castagno e il faggio fanno da padroni, i carbonai sfruttavano il legname per produrre quello che al tempo poteva essere il petrolio dei giorni nostri. Le alte temperature prodotte dal carbone erano utilizzate per fondere i metalli e produrre energia, da ciò si può comprendere la sua importanza storica che ha visto giungere il tramonto con l'arrivo del petrolio e dei gas naturali. La prima parte dell'escursione permette così di conoscere l'attività dei carbonai e la preparazione del "carbone di legna", prima di affrontare la ripida salita che conduce alla panoramica sommità del Freidour Frazione Talucco, Pinerolo - Frossasco (TO)

 

Percorso all’aperto con libero accesso. Visite guidate su prenotazione.

Per informazioni Comunità Montana del Pinerolese tel 0121.802555 www.cmpinerolese.it

Per prenotazione visite guidate: Associazione Gruppo Guide Natura 340.5876835

 

Per approfondimenti:

http://www.terre-alte.it/sentiero_delle_carbonaie.html http://www.ghironda.com/vpellice/rubriche/carbon.htm

ROCCA SBARUA

RIF. MELANO - CASA CANADA

VAL LEMINA

La rocca Sbarua, con le sue pareti verticali e il suo profilo arcigno, ha da sempre colpito la fantasia di chi viveva alle sue pendici e degli occasionali visitatori. Ciò ha condizionato perfino il nome, Sbarua, “che spaventa, che fa paura” ed ha ispirato, con la sua atmosfera magica, storie e leggende di ogni sorta. Sembra di entrare in un’altra dimensione camminando tra i faggi del “Bosco dell’Impero”, la foresta che si estende ai piedi della Rocca, ripercorrendo gli antichi sentieri di carbonai e cacciatori. Accanto alle tradizioni locali, ai racconti su lupi e diavoli, fin dai primi anni del ‘900, queste pareti hanno colpito la fantasia di un altro tipo di persone: gli scalatori. La rocca Sbarua è famosa sopratutto per l’arrampicata, sono innumerevoli gli itinerari aperti e attrezzati nel tempo ed oggi è frequentata tutto l’anno da numerosi appassionati.

 

“Lo Sbarua è un prisma di granito che sporge di centinaia di metri da una modesta collina irta di rovi e di bosco ceduo: come il Veglio di creta, è spaccato dalla base alla cima da una fenditura che si fa salendo via vie più stretta, fino a costringere lo scalatore ad uscire in parete, dove, appunto, si spaura, e dove esistevaallora un singolo chiodo, lasciato caritatevolmente dal fratello di Sandro.
Erano quelli curiosi luoghi.”

 

Il sistema periodico - Primo Levi

BARMA D'AUT

VAL PELLICE - Villar Pellice

Come indica il termine "barma", si tratta di un anfratto naturale protettivo che, stando ad una tradizione valligiana, sarebbe stato eletto a rifugio/abitazione da un "selvaggio", termine sotto cui potremmo identificare un individuo emarginato dalla cultura del posto.

 

Un personaggio di forte spessore, in quanto nonostante la sua emarginazione fisica e culturale, gli veniva comunque riconosciuta una conoscenza esclusiva di certi saperi che solo lui avrebbe potuto trasmettere a chi viveva in zona.

Dunque un comunicatore di conoscenze ritenute non acquisibili senza questa sua mediazione.

 


Nei pressi di due baite che nei mesi estivi sono ancora utilizzate da chi porta gli animali qui all'alpeggio si trova il massiccio costone, una specie di alto promontorio che dalle baite avanza e si affaccia sul vallone sottostante, e che quasi sul frontone (lato orografico sinistro) ospita due singolari barme/balme, di fatto caverne con un piano terroso ben livellato e che sarebbero state elette come abitazioni nel corso del tempo da tutti gli eroi culturali che qui sarebbero vissuti.

Il Vallone degli INVINCIBILI

VAL PELLICE - Bessè (da Villar Pellice verso Bobbio Pellice)

Ambiente suggestivo e selvaggio 

E' da considerare uno dei siti turistici più interessanti della Val Pellice, ed è per questo visitato ogni anno da numerosi escursionisti estudiosi, sia italiani che stranieri. 

Sotto le "barme" e tra gli anfratti quasi inaccessibili di questo vallone, verso la fine del XVII secolo, trovarono rifugio e riparo numerosi valdesi che si videro costretti a lasciare il fondo valle per sottrarsi all’imposizione di abiura, decretata da Vittorio Amedeo II di Savoia, dopo la revoca dell’Editto di Nantes (1685). Questi rivoltosi, favoriti dalla profonda conoscenza di quei luoghi e sorretti dalle proprie convinzioni, diedero parecchio filo da torcere all’esercito Sabaudo che, seppur organizzato, non riuscì ad avere ragione di questi "ribelli" e a volgere la situazione a proprio favore.

 

Salire per la strada sterrata in auto sino alla borgata Bessè (1.020 m.s.l.m.). Poco più avanti, all’altezza di una piccola piazzola (cartello esplicativo), imboccare il sentiero che in piano si addentra nel vallone, svoltando poco dopo verso destra. Qui il vallone appare in tutta la sua selvaggia grandiosità, dominato a sinistra dalla nera e strapiombante Rocca Ciabèrt e a Nord dalla regolare e maestosa cima del monte Cournour.

 

Il sentiero ora sale per brevi tornanti in parte scavati nella roccia o sospesi su vertiginosi muri a secco, ancora in buono stato di conservazione.



 

Dopo circa trenta minuti di cammino, si perviene al Bars dl’Ours, un ripido pendio sotto la guglia della Rubinella, che si supera con numerosi tornanti. Si prosegue ancora tra radi larici e ontani, superando valloncelli e piccoli torrenti fino all’ultima rampa di questo ardito sentiero. Di qui, attraversato un breve pianoro ombreggiato da faggi secolari, si raggiunge Barma d’Aut (1.513 m.s.l.m.).

 

Dalla borgata si possono ancora individuare alcune delle "barme" utilizzate dai "ribelli" valdesi. Prendere quindi la traccia che in lieve discesa, porta verso il torrente Subiasco, che si attraversa, iniziando poi un lungo traverso che taglia l’opposto versante del vallone in direzione sud. Valicata la piccola selletta sopra la Rocca Ciabèrt, si giunge in breve alla borgata Serre di Sarsenà, nel Comune di Bobbio Pellice. Seguire quindi la sterrata che, sfiorando le borgate di Sarsenà da Mount, Paousette e Podio, scende fino a Bobbio Pellice.

 

In alternativa raggiungere la Sarsenà e, pochi metri prima della fontana, imboccare a sinistra il sentiero che, passando dalla "Rocca dar pin" (splendida vista panoramica sulla valle), ci riporta in paese, dopo aver incrociato la carrozzabile nei pressi delle Paousette. Da Bobbio quindi, in breve, alla borgata Subiasco.

 

Sentiero Naturalistico LA GHIANDAIA

VAL PELLICE - Torre Pellice

Per trascorrere alcune ore nel silenzio del bosco, in un ambiente completamente naturale.

I percorsi segnalati con frecce riproducenti il logo del sentiero sono 3 collegati tra loro.

Ogni percorso può essere fatto ad anello, adatto a ogni tipo di utenza. lungo il percorso sono sistemate delle piastrelle didattiche sulla flora e sulla fauna e dei nidi artificiali.

 

All'interno dell'area due aziende agrituristiche specializzate in corsi didattici di osservazione ambientale.



 

Il sentiero naturalistico della Ghiandaia è stato realizzato nel 1993 dalla Comunità Montana Val Pellice sul territorio dei Comuni di Luserna San Giovanni e Torre Pellice.

Il contesto in cui si colloca è caratterizzato dalla peculiarità della storia valdese: in quest’area è sita la Gianavella, dimora e casa natia di Josuè Janavel, condottiero e capitano dei valdesi nel 1600; la zona inoltre è ricca di elementi ambientali interessanti: il Laboratorio Territoriale per l’educazione ambientale della Comunità Montana Val Pellice ha progettato la realizzazione di un bosco didattico rappresentativo delle principali specie floristiche presenti in Val Pellice.



Parcheggio auto

Giardino Botanico BRUNO PEYRONEL

VAL PELLICE 

Dove la terra tocca il cielo, e l'aria profuma di buono.

Il Giardino è situato in alta Val Pellice al Colle Barant (Comune di Bobbio Pellice) sul versante della Conca del Prà a 2.290 metri di quota., nel cuore dell' oasi di protezione faunistica del Barant, destinata alla riproduzione ed alla tutela dei selvatici: 3850 ettari, pari al 41% del territorio comunale e al 13% della superficie dell'intera valle.

Si raggiunge, solo a piedi, con un'ora e mezza di marcia, dal Rifugio Barbara (Comba dei Carbonieri) e dal Rifugio Jervis (Conca del Prà).

E' uno dei giardini piu' alti d'Europa.



Si tratta di un'area di 17.000 mq. di particolare interesse botanico che si intende proteggere e valorizzare: è stata realizzata la recinzione dell'intera area, allestito il percorso di visita ed appositi cartelli indicatori delle singole specie e degli ambienti floristici.

L'area del Giardino si presenta già naturalmente pronta grazie alla conformazione variata del terreno, con alternanza di zone più o meno ripide e variamente esposte, che, assieme alle diversità fisico-chimica dei suoli presenti (silicei e calcarei), garantiscono una varietà notevole di specie di ambienti.


 

Su una superficie contenuta è possibile farsi un'idea del patrimonio floristico alpino della Val Pellice: presenta spontaneamente una notevole quantità di piante di cui circa 300 già determinate dalle esigenze più diverse, grazie alla varietà del terreno e delle esposizioni e alla presenza di zone umide.



 

Le piante sviluppano particolari forme di adattamento per sopravvivere: riduzione delle dimensioni, letargo invernale sotto forma di bulbi, semi o fusti sotterranei sotto la coltre nevosa in inverno.



Periodo consigliato: Luglio e Agosto
Ingresso e visita gratuiti

Rifugio BARBARA LOWRIE

VAL PELLICE

quota 1.753 m

Località Grange del Pis, Valle dei Carbonieri

Cai Uget Val Pellice

Telefono(+39) 0121.930077

 

Email: info@rifugiobarbara.it

Parcheggio auto 

RIFUGIO degli INVINCIBILI

VAL PELLICE - Bessè (da Villar Pellice verso Bobbio Pellice)

Il rifugio è situato alle porte del Vallone e dalla terrazza inondata di sole ci si affaccia sull’alta val Pellice e sul Monviso.



Il rifugio prende il nome dal Vallone degli Invincibili, ultimo nascondiglio dei valdesi durante le persecuzioni del 1686. 

 

Questi irriducibili scampati al massacro passarono alla storia come "gli Invincibili".



 

Per raggiungerlo si procede con una piacevole e facile passeggiata su strada sterrata vietata al transito di autoveicoli.

I boschi di latifoglie, dapprima castagni e querce poi faggi e betulle, ci regalano un'ombra rinfrescante d'estate, lasciando invece passare i caldi raggi solari nei mesi invernali.

Si può percorrere in mountain bike (ciclabilità 100% anche in salita) e, nei periodi nevosi, è ideale in racchette da neve o con gli sci da scialpinismo, anche in considerazione del fatto che il percorso non presenta alcun rischio di valanghe e che la pista è normalmente battuta.

 

Dal rifugio è possibile continuare la passeggiata verso il Vallone degli Invincibili e cimentarsi nell'arrampicata.

 



La cucina di Elisabetta genuina e ottima!

Note tecniche 

punto di partenza: parcheggio a quota 1040m, poco oltre la fraz. Bessè.

 

UTM 32 T 035 1951 - 4964375 alle porte di Bobbio Pellice

Punto di arrivo: rifugio degli Invincibili, 1356m


Dislivello: 316m


Lunghezza: km 2,700


Difficoltà: T (turistico)


Orario: h 0.50


Segnavia: bianco e rosso


Periodo consigliato: tutto l'anno

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